Giorgio Riolo

Invito alla lettura, programma 2016-2017 di Giorgio Riolo

Invito alla lettura, programma 2016-2017 di Giorgio Riolo

IL CLASSICO CHE È IN NOI

a cura di Giorgio Riolo

I cicli offerti, negli anni precedenti svolti presso la Libera Università Popolare, si propongono di agevolare e di approfondire la lettura di opere di narrativa e di poesia senza presupporre nei partecipanti formazione specifica o specialistica. L'unico presupposto è il desiderio di conoscere e di attingere alla immensa ricchezza del patrimonio letterario dell'umanità. E di concepire la lettura non solo come piacere e divertimento, ma anche come strumento fondamentale della formazione etica, culturale e politica della persona. Come si diceva un tempo, la lettura come strumento dell'elevamento culturale e civile, spirituale della persona.

Il ciclo si articola in appuntamenti mensili, da settembre a giugno, di introduzione con lettura successiva di opere della letteratura universale significative. La letteratura è considerata nella sua accezione più vasta. Nel corso degli anni ci si propone di leggere anche opere filosofiche, storiche, saggistiche ecc. Le opere letterarie in senso stretto consentono tuttavia di riflettere sulla vita, sul senso della vita, sulle grandi questioni esistenziali, psicologiche, etiche, filosofiche, storiche, sociali, politiche ecc. In esse confluiscono, e al contempo scaturiscono, non solo le vicende umane, la trama, il racconto, la storia di vicende umane appunto, ma anche e soprattutto le problematiche culturali, sociali e politiche più generali delle varie epoche.

I partecipanti leggono per proprio conto l'opera e il mese successivo ne discutono assieme al coordinatore del gruppo di lettura. Ogni opera viene comunque introdotta con brevi annotazioni sulla vita dell'autore, sul contesto e sul retroterra storico-culturale e sul valore estetico-critico. Gli incontri si svolgono in un giovedì di ogni mese dalle ore 18.30 alle ore 20.30.

Nel settimo ciclo 2015-2016, come è avvenuto nei cicli precedenti, a partire dal ciclo 2009-2010, il filo conduttore è la prima parte di un discorso molto vasto, va da sé, e che si svolgerà attraverso ulteriori cicli annuali. Si tratta del senso e del significato della vita nelle dimensioni, ineludibili, della sfera individuale e della sfera collettiva (della comunità, dei gruppi umani di appartenenza, della società, della storia). È un modo per considerare la vita vista nell'autonomia dei due momenti, ma anche nella loro connessione stretta, nella reciproca interazione.

La vita, allora, è vita quotidiana, esistenza individuale e vita nella storia e nella società. La sfera psicologica e morale nella quotidianità del singolo individuo, da una parte, e le dinamiche più vaste, sociali, culturali, politiche, storiche, delle formazioni sociali e dei gruppi associati, dall'altra.

Naturalmente la letteratura è il luogo privilegiato di questo nesso. E i classici, a loro volta, come luoghi privilegiati, dal momento che hanno fornito alle generazioni successive, in vario modo, la grammatica, il linguaggio, i modelli, i simboli,  i “tipi” umani, i caratteri ecc. a cui necessariamente riferire modelli, tipi, simboli, esperienze del proprio tempo, della propria vita.

Alcuni esempi: Ettore “domatore di cavalli” come modello eterno del dovere da compiere, per se stesso e per la propria comunità di appartenenza, malgrado la sicura sconfitta a cui si va incontro, come modello per coloro i quali, nella storia e nella vita, pensano che non sempre si sta con i vincitori. Antigone come modello eterno della pazienza, della tenacia, della pietas femminili osservanti le leggi non scritte dell'umanità, della religione della vita. Odisseo come modello eterno, nella storia dell'umanità, almeno di quella occidentale, del bisogno, sempre inappagato, di conoscere, di conoscere “le menti” di altri uomini, come modello dell'uomo dal molteplice ingegno e dal coraggio dell'osare, del “calcolo” di contro all'immediato impulso barbarico della hybris, della tracotanza e della violenza, del non fermarsi, del non avere posa e requie. Paolo e Francesca come modelli eterni della semplicità ma anche della tragicità del sentimento e dell'amore.

Eugène de Rastignac, personaggio balzachiano, come modello eterno del giovane provinciale di belle speranze investito dalla hybris borghese-capitalistica dell'arricchimento e della scalata sociale a tutti i costi nella Parigi ottocentesca, città-mondo delle possibilità umane da conquistare, sfavillante e sordida a un tempo.

Julien Sorel, come anche Fabrizio Del Dongo, in Stendhal, come caratteri-tipi umani del giovane ambizioso, energico e volitivo, soggiogato e spronato dal mito napoleonico, dirompente nella Francia e nelle corti italiane del periodo della Restaurazione.

Il principe Myškin di Dostoevskij come incarnazione del Buono e del Bello, del Cristo contemporaneo.

Il classico è classico anche a misura della “corrispondenza biunivoca” tra opera e soggetto ricettore. Non solo quello che l'opera continua a produrre e a determinare nelle varie generazioni e nelle varie epoche e stagioni culturali e antropologiche, ma anche quello che uomini e donne delle varie epoche chiedono, pongono come domanda, come sollecitazione all'opera stessa a partire dai bisogni e dalle sensibilità differenti, mutanti.

I temi costanti della vita umana, i temi “filosofici” ed esistenziali, nel fluire cangiante delle differenti epoche e dei differenti luoghi, rimangono e la letteratura e i classici aiutano a elevare il grado di consapevolezza critica su tutto ciò. Vita autentica/vita inautentica, vita/morte, corpo/spirito, felicità/infelicità, giustizia/ingiustizia, eguaglianza/diseguaglianza, potere/subalternità, lavoro dignitoso/sfruttamento, valori/disvalori, naturale/innaturale, amore, virtù, progresso, utopia, speranza, pessimismo/ottimismo, coraggio, viltà, onore ecc. sono solo un sommario elenco.

Segnaliamo sempre, come incommensurabile ausilio, la monumentale opera a cura di Remo Ceserani e di Lidia De Federicis, Il materiale e l'immaginario, Loescher (per quanto riguarda il nostro ciclo, solo da Shakespeare in avanti fino a Balzac, Manzoni, Dostoevskij ecc.). Opera pensata per le scuole medie superiori, modello di interdisciplinarietà, di multidimensionalità, della possibilità, in un mondo in cui “tutto si tiene”, di “tenere assieme” testi letterari, storici, sociologici, economici, filosofici ecc.

Milano – AdA Stecca3
Via Gaetano De Castillia 26
(MM2 Gioia o Garibaldi – MM5 Garibaldi)


Giovedì 23 febbraio 2017 – ore 18.30-20
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Perché la letteratura? Introduzione al ciclo 2017. I temi più importanti della crescita culturale per mezzo della letteratura.

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Giovedì 30 marzo 2017 – ore 18.30-20
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La poesia come sostanza vera del significato della vita umana. Il poeta-filosofo per antonomasia, come bisogno impellente di espressione di un’anima autentica. Tra la natura matrigna e ostile e la “social catena”, l’esigenza della solidarietà e del legame sociale come unica possibile via d’uscita. Il messaggio permanentemente valido del recanatese.

Giacomo Leopardi, Canti (un’ampia scelta)

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Giovedì 27 aprile 2017 - ore 18.30-20

La prosa filosofica di un pensatore autentico. Il modello per ogni riflessione seria sulla condizione umana, sulla necessità di non farsi illusioni, a partire dalla consapevolezza che “l’uomo nulla sa, che non è niente e che nulla ha da sperare dopo la morte”.

Giacomo Leopardi, Operette morali (un’ampia scelta)

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Giovedì 25 maggio 2017 - ore 18.30-20
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Gli splendidi racconti di un realista visionario, a cui la posteriore letteratura russa, a partire dai grandi Tolstoj e Dostoevskij, dovette molto. Dal celebre Il cappotto a Il naso alla Prospettiva Nevskij, i racconti della vita banale, ma vera, nella grande capitale russa.

Nikolaj V. Gogol, I racconti di Pietroburgo

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Giovedì 29 giugno 2017 - ore 18.30-20
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La questione meridionale come questione nazionale dell’Italia unita e dello sviluppo capitalistico italiano. La lucida analisi come premessa di un programma politico per le classi subalterne italiane, del Nord e del Sud.

Antonio Gramsci, La questione meridionale

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