Invito alla lettura, programma 2015-2016 di Giorgio Riolo

INVITO ALLA LETTURA:LA LETTERATURA COME VITA E COME RIFLESSIONE SULLA VITA.
VII CICLO – ANNO 2015-2016
IL CLASSICO CHE È IN NOI
I cicli offerti, negli anni precedenti svolti presso la Libera Università Popolare, si propongono di agevolare e di approfondire la lettura di opere di narrativa e di poesia senza presupporre nei partecipanti formazione specifica o specialistica. L'unico presupposto è il desiderio di conoscere e di attingere alla immensa ricchezza del patrimonio letterario dell'umanità. E di concepire la lettura non solo come piacere e divertimento, ma anche come strumento fondamentale della formazione etica, culturale e politica della persona. Come si diceva un tempo, la lettura come strumento dell'elevamento culturale e civile, spirituale della persona.
Il ciclo si articola in appuntamenti mensili, da settembre a giugno, di introduzione con lettura successiva di opere della letteratura universale significative. La letteratura è considerata nella sua accezione più vasta. Nel corso degli anni ci si propone di leggere anche opere filosofiche, storiche, saggistiche ecc. Le opere letterarie in senso stretto consentono tuttavia di riflettere sulla vita, sul senso della vita, sulle grandi questioni esistenziali, psicologiche, etiche, filosofiche, storiche, sociali, politiche ecc. In esse confluiscono, e al contempo scaturiscono, non solo le vicende umane, la trama, il racconto, la storia di vicende umane appunto, ma anche e soprattutto le problematiche culturali, sociali e politiche più generali delle varie epoche.
I partecipanti leggono per proprio conto l'opera e il mese successivo ne discutono assieme al coordinatore del gruppo di lettura. Ogni opera viene comunque introdotta con brevi annotazioni sulla vita dell'autore, sul contesto e sul retroterra storico-culturale e sul valore estetico-critico. Gli incontri si svolgono in un giovedì di ogni mese dalle ore 18.30 alle ore 20.30.
Nel settimo ciclo 2015-2016, come è avvenuto nei cicli precedenti, a partire dal ciclo 2009-2010, il filo conduttore è la prima parte di un discorso molto vasto, va da sé, e che si svolgerà attraverso ulteriori cicli annuali. Si tratta del senso e del significato della vita nelle dimensioni, ineludibili, della sfera individuale e della sfera collettiva (della comunità, dei gruppi umani di appartenenza, della società, della storia). È un modo per considerare la vita vista nell'autonomia dei due momenti, ma anche nella loro connessione stretta, nella reciproca interazione.
La vita, allora, è vita quotidiana, esistenza individuale e vita nella storia e nella società. La sfera psicologica e morale nella quotidianità del singolo individuo, da una parte, e le dinamiche più vaste, sociali, culturali, politiche, storiche, delle formazioni sociali e dei gruppi associati, dall'altra.
Naturalmente la letteratura è il luogo privilegiato di questo nesso. E i classici, a loro volta, come luoghi privilegiati, dal momento che hanno fornito alle generazioni successive, in vario modo, la grammatica, il linguaggio, i modelli, i simboli, i “tipi” umani, i caratteri ecc. a cui necessariamente riferire modelli, tipi, simboli, esperienze del proprio tempo, della propria vita.
Alcuni esempi: Ettore “domatore di cavalli” come modello eterno del dovere da compiere, per se stesso e per la propria comunità di appartenenza, malgrado la sicura sconfitta a cui si va incontro, come modello per coloro i quali, nella storia e nella vita, pensano che non sempre si sta con i vincitori. Antigone come modello eterno della pazienza, della tenacia, della pietas femminili osservanti le leggi non scritte dell'umanità, della religione della vita. Odisseo come modello eterno, nella storia dell'umanità, almeno di quella occidentale, del bisogno, sempre inappagato, di conoscere, di conoscere “le menti” di altri uomini, come modello dell'uomo dal molteplice ingegno e dal coraggio dell'osare, del “calcolo” di contro all'immediato impulso barbarico della hybris, della tracotanza e della violenza, del non fermarsi, del non avere posa e requie. Paolo e Francesca come modelli eterni della semplicità ma anche della tragicità del sentimento e dell'amore.
Eugène de Rastignac, personaggio balzachiano, come modello eterno del giovane provinciale di belle speranze investito dalla hybris borghese-capitalistica dell'arricchimento e della scalata sociale a tutti i costi nella Parigi ottocentesca, città-mondo delle possibilità umane da conquistare, sfavillante e sordida a un tempo.
Julien Sorel, come anche Fabrizio Del Dongo, in Stendhal, come caratteri-tipi umani del giovane ambizioso, energico e volitivo, soggiogato e spronato dal mito napoleonico, dirompente nella Francia e nelle corti italiane del periodo della Restaurazione.
Il principe Myškin di Dostoevskij come incarnazione del Buono e del Bello, del Cristo contemporaneo.
Il classico è classico anche a misura della “corrispondenza biunivoca” tra opera e soggetto ricettore. Non solo quello che l'opera continua a produrre e a determinare nelle varie generazioni e nelle varie epoche e stagioni culturali e antropologiche, ma anche quello che uomini e donne delle varie epoche chiedono, pongono come domanda, come sollecitazione all'opera stessa a partire dai bisogni e dalle sensibilità differenti, mutanti.
Segnaliamo sempre, come incommensurabile ausilio, la monumentale opera a cura di Remo Ceserani e di Lidia De Federicis, Il materiale e l'immaginario, Loescher (per quanto riguarda il nostro ciclo, solo da Shakespeare in avanti fino a Balzac, Manzoni, Dostoevskij ecc.). Opera pensata per le scuole medie superiori, modello di interdisciplinarietà, di multidimensionalità, della possibilità, in un mondo in cui “tutto si tiene”, di “tenere assieme” testi letterari, storici, sociologici, economici, filosofici ecc.
Milano - Associazione di Associazioni Stecca
Via Gaetano De Castillia 26
(MM2 Garibaldi o Gioia)
Perché la letteratura? Introduzione all'estetica e alla critica letteraria. Introduzione al ciclo 2015-2016. I classici e il senso e il significato della vita individuale e collettiva dalla Grecia classica a oggi, da Platone a Simone Weil
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La filosofia come visione complessiva. Non solo ai fini della “Costituzione” e dell'ordinamento della comunità-città, ma anche come costruzione della giustizia, del bene, del bello, del giusto. L'opera maggiore del grande filosofo e del grande letterato.
Platone, La Repubblica (prima parte)
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Platone, La Repubblica (seconda parte)
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La tragedia del potere, dei caratteri complessi e contraddittori. La fosca rappresentazione di un mondo dove dominano il male e l'irrefrenabile passione per il potere. L'elemento fantastico alla ricerca della virtù, della temperanza, della generosità per combattere il male, la volgarità.
William Shakespeare, Macbeth e La tempesta
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Il romanzo illuministico per eccellenza, contro lo spagnolismo e per il riscatto degli italiani. Il romanzo dei popolani, contro l'arroganza dei potenti, per una religiosità vissuta, malgrado don Abbondio. Il romanzo della costruzione della lingua italiana contemporanea.
Alessandro Manzoni, I promessi sposi (prima parte)
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Alessandro Manzoni, I promessi sposi (seconda parte)
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La “provincia” francese oltre la città-mondo Parigi. Ancora il denaro come protagonista assoluto nel romanzo del grande realista. I caratteri indimenticabili dell'avaro per eccellenza papà Grandet e della sentimentale e pura Eugenie.
Honoré de Balzac, Eugenie Grandet
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Uno dei capolavori dostoevskiani. Il principe Lev Nikolaevic Myškin, il “santo idioto”, l'uomo pienamente buono, la bellissima Nastas’ja Filippovna, il passionale mercante Rogožin e tanti altri. Il mondo dostoevskiano per eccellenza, tra Bene e Male, tra aspirazione al Sublime e attrazione del “Fango”. “Il romanzo dell'anima” (Thomas Mann).
Fëdor Dostoevskij, L'idiota (prima parte)
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Fëdor Dostoevskij, L'idiota (seconda parte)
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La straordinaria figura morale e intellettuale di una donna morta giovane, ma alla quale dobbiamo un'altissima elaborazione. Un intenso confronto con i problemi economici, politici, sociali, spirituali del suo tempo. Il lavoro, il marxismo, il cristianesimo, la politica, la filosofia, la cultura. La spiritualità come bisogno genuinamente cartesiano di conoscere appieno il mondo e gli uomini e le donne che lo abitano.
Simone Weil, La prima radice. Preludio a una dichiarazione dei doveri verso l'essere umano
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